Helichrysum italicum (Roth) G. Don

Helichrysum italicum

Famiglia: Asteraceae (ex Compositae).

Nomi volgari: Perpetuini d’Italia, Costobianco, Sempiterno.

Descrizione: è una pianta perenne con portamento ramificato, contorto ed ascendente. I fusti formano così un cespuglio biancastro per il tomento di peli lisci che li ricoprono soprattutto allo stadio giovanile. Le foglie sono alterne, strette e lineari con il margine ripiegato verso il basso ricoperte anch’esse da una peluria su ambedue le facce. I fiori  a corimbo composto da molti capolini all’apice del fusto sono fortemente profumati, di colore giallo limone ed hanno una corolla tubolare che termina con cinque lobi triangolari. La pianta può raggiungere un’altezza di 40 cm..

Fioritura: fiorisce da maggio a settembre.

Habitat: questa pianta è diffusa in gran parte dell’Europa meridionale. In Italia è comune al centro, al sud e nelle isole, saltuaria al nord. Predilige le zone costiere, i luoghi rocciosi, aridi e pietrosi. Si può trovare fino a 1000 metri di altezza.

Principi attivi e usi fitoterapici: l’olio che si produce dai fiori ha molteplici proprietà: tossifughe, espettoranti, antinfiammatorie, analgesiche, antiartritiche, depurative, antiallergiche. Può dare sollievo alla psoriasi ed alla pelle screpolata o arrossata in genere. L’olio è anche impiegato come fissante nei profumi per la sua intensa fragranza.

Usi alimentari: le foglie hanno un particolare profumo che ricorda quello del “curry” e possono essere utilizzate per insaporire molti piatti tra cui risotti, pollo, ripieni ecc.. Come decotto può essere utilizzato per combattere molteplici patologie. Il suo impiego è ancora sottovalutato e relegato alle industrie cosmetiche o come ornamento per la casa dato che i fiori riescono a conservarsi inalterati anche dopo la disidratazione.

Curiosità e note: Il nome del genere deriva dal greco “helios” = sole e “chrysos” = oro con riferimento al colore dei capolini gialli e brillanti; il nome “italicum” fa riferimento al suo habitat. La pianta, conosciuta sin dall’antichità per il suo profumo, veniva usata per fare collane per adornare gli dei. Anche Plinio ne studiò le qualità e la considerò una panacea per molti malanni.

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