Servizio realizzato dalla TG di RAIDUE in occasione della Mostra micologica autunnale organizzata da Nuova Micologia e trasmesso nella rubrica “Sì viaggiare”. Il servizio è preceduto da un altro sulla raccolta e commercializzazione dei tartufi. (dal sito YouTube di Nuova Micologia)
Nuova Micologia organizza ormai da tempo, con cadenza annuale, la Mostra Micologica. La XIII, per l'esattezza. L’obiettivo è quello di offrire un momento d'incontro diretto con il mondo dei funghi e in generale con la natura, in autunno, quando entrambi raggiungono punte altissime di ricchezza e bellezza. E offrirlo nel cuore della nostra città, all'interno di scenari di grande suggestione: Villa Torlonia, Villa Pamphilj, l'Aranciera del Semenzaio di San Sisto.
All'Aranciera siamo tornati anche quest'anno, viste la sua posizione centrale, la straordinarietà del contesto e l'abilità degli operatori del Semenzaio nel contribuire all’allestimento della Mostra. Tutti coloro che sono venuti a trovarci sono stati catturati dalla bellezza della moltitudine di rose ancora in fiore, decise a strappare il titolo di star alla straordinaria Ceiba speciosa che, dipingendo di rosa carico lo sfondo del cielo e il terreno tutt'attorno, è abituata a non avere rivali. Fino a poco tempo fa questa importante specie della famiglia delle Bombacaceae era nota come Chorisia speciosa.
Nonostante giardino e giardininieri siano stati all'altezza della loro fama, però, non tutto in questa tredicesima edizione si è svolto da subito secondo i nostri desideri. E' successo infatti che proprio nel giorno dell'apertura al pubblico, sabato 25 ottobre, s'è tenuta una manifestazione nazionale per la quale si sono riversate a Roma un milione di persone; per permettere ai manifestanti di raggiungere piazza San Giovanni, sede del comizio finale, il centro storico è stato chiuso al traffico già a partire dalle prime ore della mattina e fino a pomeriggio inoltrato. E il Semenzaio di San Sisto non solo è in pieno centro, ma si trova proprio su una delle principali vie d'accesso per San Giovanni. Risultato: con nostro grande sconforto siamo diventati irraggiungibili per tutta la giornata. Il fatto è che la mostra deve essere calendarizzata con molti mesi d'anticipo – né può essere altrimenti, perché la scelta della data è legata, tra l'altro, alle esigenze sia dell'Assessorato all'Ambiente di Roma Capitale sia a quelle degli organismi che operano all'interno del Semenzaio. Le manifestazioni poi, si sa, sono lo scotto che paghiamo per vivere nella città della “grande bellezza”.
Un inizio poco propizio, dunque, seguito da un ottimo recupero: domenica 26 il flusso dei visitatori si è snodato ininterrotto dall'apertura alla chiusura e micologi e soci sono stati impegnati a tempo pieno a rispondere alle domande, a mostrare i funghi al microscopio, a raccogliere le iscrizioni per i prossimi corsi, a illustrare le attività dell'associazione. Una giornata intensa, ricca di soddisfazioni, che ci ha ripagato della delusione precedente, anche se il saldo complessivo delle presenze, va onestamente riconosciuto, non è stato pari – né poteva esserlo – a quello, record, raggiunto nell'edizione precedente. In realtà il problema legato al traffico è stato solo il secondo ostacolo che abbiamo dovuto affrontare. Il primo l'avevamo incontrato già venerdì ed era senz'altro il guaio più grave che possa capitare ad una mostra micologica: la scarsità di funghi!
Alle incertezze meteorologiche siamo preparati, possiamo quasi dire che fanno parte del cerimoniale della mostra. Quest’anno però, causa un ottobre eccezionalmente caldo e secco, qualche apprensione in più la nutrivamo. Quello che proprio non ci aspettavamo era che giusto a ridosso della mostra soffiasse per tre giorni una tramontana gelida. Siccità più vento più gelo: un cocktail micidiale. Con l'arrivo dei primi cestini s'è capito che sarebbe stato difficile non solo superare ma addirittura raggiungere la cifra cui si era arrivati nel 2013, di quasi 300 specie identificate, perchè nel Lazio, ma un po' in tutto il Centro-Italia, proprio in quel fatidico week-end di funghi in giro ce n'erano proprio pochini. Ma i nostri raccoglitori sono agguerritissimi e non si sono arresi grazie alla loro tenacia al momento della chiusura potevamo contare su 209 specie censite (chi volesse saperne di più può consultarne l’elenco).
Sotto l'aspetto strettamente micologico possiamo avanzare altre osservazioni. Abbiamo esposto per la prima volta le Boletaceae classificate con il nuovo nome di Genere e i micologi hanno approfittato dell'occasione per affrontare l'argomento con chi non era a conoscenza di questa modificazione. Tra le specie ritrovate vanno citati due esemplari piuttosto belli di Gaestrum fornicatum, una specie non fequente, e uno di Battarrea phalloides, un fungo anch'esso non banale, che si trova associato quasi esclusivamente al cipresso. Di rilievo il ritrovamento di un esemplare di Inonotus rickii, una specie, stante alla letteratura, segnalata nel nostro paese solo due volte in Sicilia e comunque mai esposta sinora in una mostra italiana.
Marco Donini ha tenuto una conferenza molto interessante su “Il genere Tricholoma: importanza dei colori per la determinazione delle sue specie”, esaustiva sotto il profilo scientifico, ma apprezzata anche dai neofiti per la chiarezza espositiva e la bellezza delle immagini. Licia Alpago Novello e Stefano Corsanici, vecchi amici della nostra associazione, hanno a loro volta tenuto due vivacissime conversazioni di taglio didattico-divulgativo che hanno riscosso talmente tanto successo che stiamo pensando di incrementare, in futuro, lo spazio per questo tipo d'interventi. Edizione non facile, dunque, questa XIII (i superstiziosi direbbero che c'era da aspettarselo!) che ci ha sottoposto a sfide più complesse del solito. Sfide che comunque abbiamo vinto e che ci hanno aiutato a capire meglio i nostri punti di forza – la coesione che regna all'interno della nostra associazione, la solidità della nostra immagine a livello cittadino, l'abilità dei nostri soci raccoglitori e organizzatori – e i punti che dobbiamo rafforzare, primo fa tutti la comunicazione, campo su cui c'è ancora veramente molto da lavorare.
Maria Gabriella Cruciani