Phylloporus pelletieri

Phylloporus pelletieri (Lév.) Quél.

[=Phylloporus rhodoxanthus (Schwein.) Bres., nom. inv.]

Regno: Fungi

Phylum (Divisione):  Basidiomycota

Sub Phylum:  Agaricomycotina

Classe :  Agaricomycetes

SuperOrdine: Agaricanae

Ordine:  Boletales

Famiglia:  Boletaceae

Genere:  Phylloporus

Specie: Phylloporus pelletieri

 

Il Genere Phylloporus Quélet, citando testualmente dal lavoro monografico di C.L. Alessio: Boletus Dill. ex L. (1985), «è l’anello di congiunzione più evidente fra Agaricales da una parte e Boletus dall’altra, anzi, [...] è ancor più prossimo ai funghi a tuboli che non a quelli a lamelle, tanto da far parte tassonomicamente dei primi».

Del resto, la peculiarità di Phylloporus si annuncia già dal nome stesso (possiamo tradurlo in ‘poro lamelliforme’): in effetti, si può ipotizzare che i Phylloporus incarnino un curioso Genere di transizione tra i funghi provvisti di lamelle e quelli con imenio tubuliforme.

Se da un lato, all’indagine microscopica, appaiono evidenti le affinità tra i generi Phylloporus e Xerocomus (spore, basidi e cistidi sono molto somiglianti), dall’altro, l’imenio dei Phylloporus è costituito da lamelle spesso decisamente anastomizzate e tra loro collegate tanto da formare un abbozzo di imenoforo alveoliforme (a pori allungati).

Binder (1999), adottando una sistematica su base molecolare delle Boletales, ha collocato il Genere Phylloporus tra gli Xerocomus.

Il Genere Phylloporus in Europa, secondo la bibliografia consultata, sembrerebbe monospecifico e rappresentato, appunto, unicamente da P. pellettieri.

Ad un primo approccio morfologico, sono molte le caratteristiche di Phylloporus pelletieri che possono far pensare a Xerocomus: soprattutto le colorazioni e le superfici pileiche sono simili, così come le dimensioni, il portamento e la consistenza dei basidiomi.

Il caratteristico aspetto dell’imenio, invece, richiama abbastanza immediatamente l’aspetto di Suillus cavipes.

La specie in esame si presenta con cappello da 3 fino a 9 cm, prima convesso poi appianato, asciutto e subtomentoso (può ricordare anche Paxillus), bruno-rossastro più o meno scuro e talvolta con riflessi olivastri, dal margine a lungo involuto e un poco ondulato.

Le lamelle sono larghe e spaziate, anastomizzate, da adnate a decorrenti, giallo-brillante giallo-cromo, tendenti all’ocra-ruggine per sovrapposizione del deposito sporale.

Il gambo (7×2 cm.), concolore al cappello ma con toni più sfumati, appare spesso decentrato, pieno, fusiforme e occasionalmente un po’ radicante, con costolature (nervature) in rilievo in continuità con il prolungamento delle lamelle; sono rilevabili alle volte residui miceliari di colore giallastro.

La carne è bianco-giallastra, bruno-rossastra appena sotto la cuticola, con viraggio rosso-vinoso al taglio. Sapore mite ed odore lieve, un poco acidulo.

Sulla cuticola di giovani esemplari di Phylloporus pelletieri è possibile riscontrare una reazione blu-verde ai vapori di ammoniaca, più o meno intensa.

La sporata in massa è olivastro-bruna; le spore appaiono ellissoidali-fusiformi, lisce; l’epicute è in tricoderma. Non compaiono unioni a fibbia.

Gregaria, mai o rarissimamente cespitosa, terricola, nel Lazio Phylloporus pelletieri è specie legata alla latifoglia e non rara, nel periodo estivo, su terreni silicei. Altrove in Italia, è segnalata (come non comune) anche in boschi di conifera o misti.

Commestibile ma di scarso valore.

Andrea Traversi

 

Bibliografia essenziale:

-        Alessio C.L. – Boletus Dill. ex L. (Fungi Europaei, Lib. Edit. Biella Giovanna 1985)

-        Boccardo F., Traverso M., Vizzini A., Zotti M. – Funghi d’Italia (Zanichelli, 2008)

-        Bon M. – Champignons de France et d’Europe occidentale (Flammarion, 2004)

-        Consiglio G., Papetti C., Simonini G. – Atlante fotografico dei funghi d’Italia, vol.1 (A.M.B., 2004)

-        Courtecuisse R., Duhem B. – Guide des champignons de France et d’Europe (Delachaux & Niestlé, 2000)

-        Lannoy G. & Estades A. (Documents Mycologiques, Mémoire hors série n. 6: Boletaceae – Flore Mycologique d’Europe, 2001)

-        Moser M. – Guida alla determinazione dei funghi Vol.1° – Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales (Saturnia, 1986)

-        Vizzini A.- Il regno dei funghi: breve prospetto tassonomico in BGMB 47 (3): 47-57; 2004

-        AA.VV- Parliamo di funghi Vol.1° – Ecologia, morfologia e sistematica (Giunta della Prov. Autonoma di Trento, 2007)

 

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